La Regina di tutte le attivazioni

Quest'anno, per via di molti impegni personali, ho iniziato tardi l'attività radio della bella stagione e non so se riuscirò a portarla avanti intensamente come l'anno scorso.
Questa è la seconda attivazione dell'anno, ma la prima che riporto perché preferisco concetrare gli articoli sulle novità e non tediarvi con troppo con la solita frittata.

La Regina di tutte le attivazioni

Era da inizio giugno che meditavo di questa uscita, che avviene con le stesse caratteristhce per il terzo anno consecutivo: è la notte all’addiaccio nella cappelletta del monte Ramaceto (SOTA LG339 e WxM LG039), in solitaria.
Avrei avuto l'alternativa di tentare il monte Penna, che per caratteristiche (cappelletta sommitale) era un'alternativa sfiziosa e del resto il Ramaceto è una cima molto frequentata da sempre, ma non ho tradito la ricorrenza sia per ragioni di mobilità (il Penna richiede un viaggio più lungo) sia per l'opzione natura che la valle offre. A questo giro, la scelta del secondo fine settimana di luglio combaciava anche con il plenilunio e nonostante le previsioni di macchie di nubi sarebbe stato interessante vedere la palla bianca nel cielo, sul mare.

Dunque partenza da Parazzuolo-Ventarola seguendo il sentiero natura lungo il fiume, fin dentro alla valletta boschiva. Non cerco scorciatoie: è la prima cabala. Diverse persone sono accampate nella zona dei pascoli ma il sentiero, a metà di sabato pomeriggio, appare poco frequentato e particolarmente silenzioso. Lungo la salita rispetto la seconda cabala e anche a questo giro faccio sosta di rifornimento, pensando al cinghiale che ho visto fuggire tra gli alberi proprio l’anno scorso. L’esperienza si ripete similare: tra le ultime pozze della zona alta del fiume incrocio lo sguardo di un cerbiatto che fugge, si ferma, mi fermo, mi muovo e fugge, mi fermo e si ferma, poi rifugge e alla fine non riesco a fotografare perché sparisce lontano tra gli alberi. Giungo al passo di bocca di Feia meno stanco del previsto, ma il mix di sole e ultima salita ripida mi danno addosso.
All’arrivo dalla cappelletta non c’è nessuno; il cielo è macchiato da qualche nuvola. Dentro alla cappelletta han bivaccato le capre e c’è sporco, nonostante un evidente tentativo di pulizia di qualche bravo escursionista – capisco che la notte non sarà piacevolissima. Preparo con calma la stazione; c’è vento caldo dal mare e faccio fatica a issare i 12 metri di palo. Sono attivo a metà pomeriggio. Grazie all’antenna bibanda spolvero subito i 10 metri, quasi silenti e deserti (vocine lontane) e finisco per posizionarmi fisso sui 20 metri dove invece arrivano molte voci da tutta Europa, con sovramodulazioni su tutta la fetta fonia. In pochi minuti metto a log numerose stazioni, poi faccio una pausa per le foto di rito mentre controllo le maglie bagnate di sudore e messe ad asciugare al sole (terza cabala). Riprendo dopo mezzora con situazione simile; faccio avanti e indietro lungo la banda e noto un’ottima apertura soprattutto verso est. Ricordo l’esperienza dell’anno scorso, quando verso l’ora di cena ascoltai e poi collegai il Giappone.

La Regina di tutte le attivazioni

L’esperienza si ripete identica: prima ascolto un JA, forte e chiaro, che non riesco a chiamare perché si sposta. Poi, nella parte altissima della fetta fonia, becco un JH che chiama a vuoto e mi riceve con appena 2,5 watt! Qualche difficoltà a far capire il call, come sempre in questi casi, ma il qso è completo. Aguzzo l’udito e comincio a cercare giapponesi, ed occorre circa mezzora per il bis: JG questa volta, ma con 5 watt. Galvanizzato, spero nel tris; ascolto un indiano, ma non c’è modo di farsi sentire. Temo che col passare del tempo la propagazione si stia accorciando. Dopo mezzora ascolto Israele e Georgia ed è ormai una conferma. Pausa cena. Il dopocena è un continuo spulciare la banda per trovare occasioni ghiotte; nel casino incessante di europei, alle prime luci del tramonto arrivano americani e canadesi e mi dimentico di tutto il resto.
La mia diventa una ricerca ossessiva del contatto oltre Atlantico che prosegue, nonostante la stanchezza e qualche attacco di sonno, fino oltre mezzanotte.
Entrano nel log (più volte, qualcuno con 5w e qualcuno con 2,5): Vermont, California, Connecticut, Maryland, Florida, New Hampshire, isola di Bonaire (Caraibi), isola di Madeira, New Jersey, Florida, West virginia, Arkansas, Puerto Rico, Texas, Pennsylvania e Canada. L’incetta di statunitensi è più fruttuosa di quella dello scorso anno. In mezzo a questo purpurrì di contatti, mi sfuggono: Colombia, Isole Cayman, Brasile, Costa Rica, Guatemala che ricevo forti ma non c’è verso di farsi ascoltare. Dopo la mezzanotte, peraltro, la propagazione appare in generale diversa e i segnali si abbassano tutti; gli europei arrivano pianissimo e sono pochi. C’è una sorta di fase di calma durante la quale non dormo, ma mi aspetto di tutto. Ne approfitto per godermi la luna sul Tigullio, già Golfo Marconi, e tutta la valle chiaramente visibile nel bianco pallore.

La Regina di tutte le attivazioni

Attendo le luci dell’aurora tra un giro di VFO e un colpo di sonno.
A spezzare la monotonia è un E2. Arriva forte e quel prefisso mi rende dubbioso: sono quasi certo non sia uno spagnolo ma non riesco, con la mia lista prefissi, a capire di cosa si tratti. Alla fine mi cade l’occhio su una seconda riga, di quelle che bisogna leggere partendo dal fondo per notarla: Thailandia. Comincio con le chiamate, peraltro difficili per il modo serrato con il quale l’orientale fa le sue. Non riesco a ottenere risposta. Il gioco va avanti più di mezzora e la speranza non cede. Nel frattempo sale il vento, col il cielo marcatamente nuvoloso e il fresco che si fa sentire dopo tutta una notte serena. Arrivano pure le capre, un gregge che sale dal crinale lato mare e si fermerà in vetta per un’ora prima di sparire lungo il fronte orientale. Ad un tratto il palo con l’antenna si chiude di colpo sotto le raffiche vento; sistemo tutto e torno in radio. Con il sole già in cielo, sopra l’appennino alle mie spalle, un KH7 solletica la mia curiosità. Come per il Thailandese, faccio fatica a risalire al call… Poi la piacevole scoperta: isole Hawaii. QSO completato al primo tentativo e nel preciso rispetto delle previsioni di propagazione che per quest’ora del mattino prevedono short path via Polo Nord per questa zona del Pacifico. Perfetto ed entusiamo a 1000! A smorzare l’adrenalina, da questo momento in poi, è il mix di scarsa propagazione e vento: da una parte la banda è moribonda, con le stesse stazioni attive dal giorno prima, mentre dall’altra una raffica riesce a chiudere ogni singola sezione dei 12 metri di palo, con un ponfo secco che mi fa temere qualche spaccatura, percui decido di chiudere le trasmissioni e cominciare con calma a mettere in ordine nell’attesa dell’ora del rientro. La scelta non è troppo sbagliata: nonostante l’orario giovane, cominciano ad arrivare i visitatori della domenica. Dalla partenza in vetta fino al rientro dal punto dell’autobus, incontro poco meno di una cinquantina di persone di ogni fascia d’età e realizzo che se non avessi scelto di fare la notte, accontentandomi della sola giornata di domenica, oltre a trovare probabilmente un etere diversamente popolato avrei anche dovuto affrontare la folla in vetta... Da segnalare che, durante la discesa, ho incontrato ancora un cerbiatto tra le felci poco distante dal punto di ingaggio del giorno prima: che fosse lo stesso?

La Regina di tutte le attivazioni

Con 229.000 km di QRB supero i 190.000 dell’anno scorso che già superavano i 107.000 della prima volta, a questo giro doppiati.
Un’esperienza che naturalisticamente è sempre avvincente, che radiantisticamente si conferma eccezionale e riesce totalmente a compensare la fatica, dovuta soprattutto alla resistenza al sonno, alla sete e fortunatamente non al freddo - per questa volta. Sono probabilmente dinnanzi alla regina di tutte le uscite in portatile con obiettivo DX, quella miscela di condizioni al limite dell’ideale che normalmente non si è nemmeno in grado di prevedere perché troppo distante dalla consuetudine: plenilunio, viaggio nella natura, la solitudine nella notte, l’incontro di animali, la propagazione verso ogni direzione anche se in fasi differenti della giornata. Potrei azzardare a dire che sarà difficile migliorare il risultato ma mi rendo conto che, a ben vedere, dovremmo essere in un periodo di scarse macchie solari e pessima condizione propagativa… Come la mettiamo!? Equipaggiamento: FT817, dipolo verticale bibanda autocostruito, batterie LiPo, compressore dinamico BX-8x7

Tutte le foto dell'uscita:
https://www.flickr.com/photos/sotaliguria/albums/72157682902349462

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