Radio Artigianato

E' passato un po' di tempo dall'ultimo articolo percui spero che questo possa stuzzicare la vostra curiosità e, eventualmente, coinvolgere qualcuno di voi a collaborare. In questi ultimi tempi sto sperimentando, dopo un significativo investimento, la stampa fai-da-te di oggetti tridimensionali, quella che comunemente è stata chiamanta 'stampa 3d'.
Si tratta di un vero e proprio processo di stampa in cui cinghie, motori e ingranaggi spostano una testina che rilascia (estrude) un filamento plastico, che viene disposto per sottili livelli fino a generare la forma impostata nel programma di disegno.
Non ha nulla che vedere con la produzione plastica a livello industriale, se non i materiali, perché a livello industriale le macchine riempiono stampi con materia liquida in condizioni di sottovuoto e sono quindi in grado di ottere un manufatto esteticamente e meccanicamente uniforme, perfetto.
Tuttavia il livello di stampa 3d casereccio ha raggiunto una definizione molto elevata. Io credo che il suo sviluppo si fermerà qui, perché credo che questa tecnologia abbia dei limiti fisici che difficilmente potrà ottimizzare ancora: si passerà direttamente ad altre tecniche, migliori.

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Non poteva mancare una produzione in campo radioamatoriale, alla quale ne seguiranno altre con svariati obiettivi.
Come si può vedere nella prima foto (un render con inquadratura dall'alto, realizzato con Blender), ho progettato il mio centrale per dipolo predisponendo i buchi per l'alloggio del connettore pl femmina, gli eventuali cordini o ganci di sostegno e, sulle flange laterali, alcuni buchi in cui far passare il cavo elettrico dei bracci del dipolo per impedire che si strappi dal connettore.
Lo spessore di questo centrale è attorno ai 5 millimetri, che per una stampa a 0,25 mm a strato si traduce in 50/0.25 = 20 strati di plastica circa che la stampante andrà a incrociare e fissare per rendere robusto e compatto il pezzo.
Nella seconda foto vedete, in colore blu elettrico, il provino: il connettore pl femmina calza perfettamente e come lui calzano perfettamente i bulloncini. Non è richiesto uso del trapano, a meno che non si vogliano usare bulloncini di diametro superiore (ma noi puntiamo alla leggerezza).
Il peso dell'oggetto è nell'ordine dei grammi e la sua robustezza a trazione è elevatissima. Nessun uso del trapano, niente spreco dove possibile. Il disegno è stato realizzato prendendo con il calibro le misure dai pezzi.

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Nella terza foto, in colore bianco, vediamo altre due versioni in spessori differenti (in particolare una delle due è stata interrotta durante la stampa e si vede lo spessore degli strati). Questi provini sono rispettivamente 3 e 1 millimetro.
La versione da 3 millimetri è già piuttosto robusta e si piega minimamente; potrebbe probabilmente rompersi se la trazione fosse maggiore ma stiamo parlando di sforzare l'oggetto a un punto al quale difficilmente arriverebbe se fosse usato "normalmente".
La versione da 1 millimetro si piega e una piegatura eccessiva (tipo portare l'estremo di una flangia su quello opposto) potrebbe romperlo. Una piega delicata è tollerata dall'oggetto che reagisce bene, come fosse un sottile foglio plastico da modellismo.

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Il centrale color blu elettrico è realizzato in PLA, una plastica di origine vegetale biodegradabile non particolarmente complicata da stampare ma i cui prodotti potrebbero nel tempo, per azione di calore e umidità, deteriorarsi.
I centrali color bianco sono realizzati in ABS, una plastica derivata del petrolio ("tossica"), utilizzata per molte applicazioni in oggetti comuni (caschi, manopole, chassis, ecc.) che resiste bene a tutto ma è di difficile stampa.
Indubbiamente per applicazioni "ham radio" l'ABS sarebbe preferibile, ma ho intenzione di perseguire la causa del PLA prima di tutto perché è "amica dell'artigiano casereccio" in fase di progettazione (non tossico e più semplice da stampare) e poi perché è biodegradabile e amica della natura: può essere compostata e diventare fertilizzante.
Da una prova al microonde a potenza massima per 2 minuti non ci son stati segni di surriscaldamento: sembrerebbe che queste plastiche siano sufficientemente inerti all'RF.
Nella quarta foto potete vedere il centrale in PLA blu elettrico a cui è stato fissato un gancio per tubi (ideale per canna da pesca) per rendere meglio l'idea dell'installazione. Spero di darvi presto ulteriori fotografie più esplicative.

Questo è tutto per ora: sono stato breve e spero più esplicativo possibile?
Se la vostra curiosità è incontenibile, scrivitemi pure via email per maggiori informazioni: non chiedetemi come si stampa, perché è un processo noioso da spiegare e su internet potete trovare fior fior di video. Piuttosto esponetemi idee, disegni di idee, proposte che ritenete interessanti per il nostro mondo radiantisco sulle quali fare sperimentazione.
I supporti che vedete nelle foto sono in vendita, ma intesa come partecipazione alla sperimentazione: pagate la spedizione e un piccolo contributo per la plastica e i tempi fisici di realizzazione.
I vostri feedback qui sul sito saranno preziosi per tutti.
Alla prossima!


n.b.: per realizzare questi oggetti è stato usato software libero

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