Montagna + Radio QRP + Mountainbike

Fare attività in montagna raggiungendo la cima con le sole proprie forze fisiche? E' possibile, studiando bene i percorsi e appoggiandosi all'uso della mountainbike sulle tratte più lunghe.

Montagna + Radio QRP + Mountainbike

Alcuni anni fa ho cominciato le prime esperienze di Mountainbike per raggiungere le cime, facendomi portare già in quota per tagliare una parte della salita e concentrare il maggior sforzo nella parte finale e nel rientro autonomo a casa a termine dell'attività radio.
L'anno scorso, il 2015, ho cominciato le primissime ascese 100% autonome a quote modeste e finalmente nel 2016 posso dire di aver voltato pesantemente pagina e di essermi dato a un tipo di attività che, considerata l'estensione massima dei percorsi, è finora più del 75% gasoline-free, cioè senza l'uso di mezzi meccanici e carburante.
Le cime che ho raggiunto quest'anno con la mountainbike sono state finora:
monte Castello di Zoagli (Ge), cima WxM (50% mountainbike e 50% trekking)
monte Rocchette alle spalle di Lavagna (Ge), cima WxM (75% montainbike e 25% trekking)
cima Stronzi sopra al passo del Bracco (Ge, raggiungibile bene anche da Sp), cima WxM (99% mountainbike e 1% trekking)
monte Ghiffi via passo del Ghiffi (Ge, raggiungibile bene anche da Pr), cima WxM (92% mountainbike e 8% trekking)
monte Caucaso via passo della Scoglina, cima SOTA e WxM (92% mountainbike e 8% trekking)
L'estensione dei percorsi supera i 250 km complessivi per una quota, esclusi sali-scendi e calcolata solo sull'altezza dei monti, superiore ai 4.000 metri.
Dalla cartina allegata potete vedere la copertura del territorio nel levante ligure, con le cime più distanti tra loro (monte Caucaso e cima Stronzi) a circa 40km in linea retta.
Si può intuire che ci siano altre cime non impossibili da raggiungere seguendo parte dei percorsi già coperti, ma i tratti finali non sarebbero agevoli per portare il mezzo a due ruote oltre che avere caratteristiche intrinseche tutte particolari (per esempio esposizione al 100% al sole) e per questo motivo, finora, ho temporeggiato nell'affrontarle.

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Quando si pensa allo spostamento in bicicletta si rischia di cadere nell'errore di pensare a qualcosa di semplice ma non è affatto così: tante volte, per tutta una serie di motivi che elencherò brevemente, il trekking è assai meno faticoso.
A rendere complicato lo spostamento sulle due ruote è prima di tutto il carico trasportato: l'equipaggiamento ha un peso, compreso di viveri e bevande, che sfiora i 10kg e su lunghe tratte porta dolori alle spalle che stanno curve sul mezzo. Quando invece il peso si sposta per esempio sul retrotreno della bici, il rischio è che possa sbilanciare e farci volare in terra durante una curva in discesa o in salita. Alzarsi sui pedali è altamente sconsigliabile col peso nel retrotreno, perché prende il controllo del mezzo e lo fa sbandare. Occorre pratica.
Tra gli altri aspetti importanti che rendono difficile l'ascesa via è il meteo: il fresco di una giornata nuvolosa è da preferire, fermo restando che questa non si traduca in giornata piovosa. Il sole è il nemico n.2, dopo il vento: quando soffia il vento contro verrebbe voglia di fermarsi e proseguire a piedi, se non addirittura di abbandonare!
Un altro aspetto da non sottovalutare è legato al peso: i viveri. Periodicamente bisogna mangiare e bere in abbondanza per recuperare energie ma non senza dimenticare che alcuni alimenti e bevande si prestano meglio di altri ad essere digeriti rapidamente e fornire la giusta dose di energia.
Se decidete dunque di partire per attivare una cima in mountainbike, fate subito bene i conti con questi aspetti e ricordate che, senza la pratica periodica, il problema principale non sarà il male alle gambe o il fiatone, problemi importanti ed evidenti, quanto più il male al sedere: il tempo passato in sella fa la differenza, mentre per tutto il resto non dobbiamo dimenticare che non siamo in sfida contro il tempo e possiamo prendercela con calma.

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Non mi dilungo oltre su questioni di vestiario o simili: io viaggio in jeans e polo e/o felpa e a velocità moderate non è un problema. Ognuno troverà il suo setup ideale.
Vediamo invece come sono andate le mie 5 uscite radio succitate.
Al monte Rocchette e al monte Castello ho portato le hf, 20 e 10 metri, e sono riuscito a fare discreta attività soprattutto dal monte Castello con più di 40 qso grazie a condizioni di propagazione buone. C'era soleggiato in entrambi i casi ma ho patito soprattutto il sole, perché era davvero una giornata torrida.
Anche a Cima Stronzi faceva molto caldo, ero molto stanco dopo tutta la strada fatta e la propagazione in 20 metri era aperta lunghissima. Dopo appena 1 ora e una manciata di contatti son scappato dal monte. Aver approcciato la cima nel pomeriggio ha fatto la differenza: era già caldo e la propagazione non era delle migliori e posticipare il rientro a casa avrebbe comportato il viaggiare al buio.
Sorte simile, sfortunata, per il Ghiffi: avevo equipaggiamento vhf e il meteo è stato clemente (nuvoloso) percui sono riuscito a procedere bene ciclisticamente. Purtroppo in vetta piovigginava e per non rischiare ho deciso di ritirarmi dopo un'ora. Bisogna dire che la condizione della banda non era delle migliori ma avevo anche la possibilità di fare hf, che non ho sfruttato per via del tempo incerto.
Per ultima l'uscita sul Caucaso in occasione del contest Alpe Adria vhf: giornata soleggiata ma ventosa, durante la quale ho patito moltissimo la salita proprio per il vento contro. Una volta in vetta, dopo quasi 6 ore di viaggio, c'è stata piacevole occasione di divertirsi molto con 35 qso nel raggio medio di 200 km e qualche contatto cima-cima.

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Come si può intendere, a volte il setup radio risulta decisivo sul divertimento e il coronamento di un viaggio importante, ma infondo è un tipo di scommessa a cui già si partecipa quando si viaggia con l'auto e si conclude con qualche ora di trekking.
Può fare una reale differenza lo studio delle bande e della propagazione nei giorni precedenti l'uscita: sapere che ci sono condizioni più o meno favorevoli legate alla stagione o all'uso di un tipo di antenna piuttosto di un altro o la presenza di contest.
I contest hanno sempre la doppia faccia: possono essere distruttivi, cioè impedirci di attivare perché le sovramodulazioni coprono la nostra attività qrp, oppure essere un volano di contatti proprio in virtù della grande presenza on-air di stazioni pronte a rispondere a qualsiasi chiamata.
Bisogna ammettere che la Liguria, come altre regioni a cavallo tra mare e montagna, si prestino molto bene a questo tipo di attività con la radio non solo per i percorsi (i passi montani non distano mai più di un paio di ore da una vetta) ma anche per il meteo che è mitigato dalla vicinanza del mare e non esclude repentini cambi di umore ma il territorio offre la possibilità di rapide fughe verso zone riparate riducendo molto lo sforzo per il rientro.

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Concludendo questo breve articolo, spero di avervi incentivato un po' a provare. Prendete le cartine, valutate i percorsi e se non vi sentite ancora pronti potete mediare buttando la bici in auto e tagliando la parte più a valle del tracciato. Il resto, il raggiungimento della cima, sarà comunque una piacevole esperienza di cui far tesoro per il futuro.

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